Descrizione
Nella silloge “A Gesù”, Nicola Calabria esprime, anzi “rovescia”, tutto il suo mondo morale, etico, religioso e lo fa, raggiungendo talora risultati di un certo spessore poetico, conquista ardua, poiché
la precettistica dottrinale, sia cattolica o di altre religioni, non si presta a voli… pindarici, ma si nutre di dogmi, di imperativi categorici e risulta quasi sempre incompatibile con l’intuizione e la
creazione estetica.
Ormai ogni critico non omologato alla visione marxista (per la quale pure l’arte, come ciascun aspetto dell’attività umana, deve essere al servizio dell’ideologia collettivistica e, quindi, assoggettata
al realismo socialista) considera definitivamente acquisito il canone crociano “l’arte per l’arte”. Dunque, le creazioni dei poeti e degli artisti, in genere, devono “volare” libere verso il Cielo
dell’immortalità, se sono “intuizione ed espressione lirica del cosmo”. Anche questa definizione è del grande Benedetto Croce.
Il punto di partenza di Nicola Calabria, il messaggio della sua poetica, e la sua essenza sono rappresentati da un cristianesimo purissimo, rimasto evangelico, sfolgorante e senza alcun segno della
patina del tempo, vissuto in profondità dell’animo (quindi con valenze liriche) e scevro dalle sedimentazioni delle devianti tesi dei teologi della
cosiddetta “Liberazione”, mirate a princìpi compromissori, che si sono accumulate nella seconda metà del secolo scorso.
Il poeta utilizza a profusione, a favore del prossimo, dei fratelli in Cristo, soprattutto di quelli
che soffrono nel corpo e/o nello spirito, il grande scrigno dei valori del cristianesimo, costituiti dalle gemme della bontà, dell’humanitas, della solidarietà, dell’amore per Dio, della profonda fede in
Lui e dell’appassionata devozione alla Madonna.
Proprio questo spontaneismo e questa spinta verso la divinità, che hanno la naturalezza di un “naif ”, il candore e le “stigmate” di “verità”
del “fanciullino pascoliano”, permettono a Nicola Calabria di “creare” lirismo.
Ciò avviene, oltre che per l’ispirazione del poeta, altresì per la sua scrittura rapida, dinamica, piacevole, e un lessico, contraddistinto da una semplicità… francescana.
Dalla Presentazione di Paolo Riceputi
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